La colonscopia è un esame diagnostico e terapeutico che consente la visione diretta dell’interno del colon e del retto mediante un tubo flessibile dotato di telecamera, chiamato colonscopio. È utilizzata per individuare lesioni, infiammazioni, polipi, tumori o altre alterazioni della mucosa intestinale e può essere impiegata anche per interventi mininvasivi, come la rimozione di polipi, il prelievo di biopsie o l’arresto di piccoli sanguinamenti.
Le principali indicazioni comprendono la prevenzione e lo screening del tumore del colon-retto, la ricerca delle cause di disturbi intestinali persistenti, il monitoraggio di malattie infiammatorie croniche (come colite ulcerosa e morbo di Crohn) e il controllo post-operatorio o dopo polipectomia.
L’esame richiede una preparazione accurata, basata su una dieta priva di scorie nei giorni precedenti e sull’assunzione di lassativi per ottenere una completa pulizia intestinale. Una preparazione inadeguata può ridurre la visibilità e compromettere la qualità diagnostica.
La colonscopia si esegue in ambulatorio o in day hospital, generalmente con il paziente sdraiato sul fianco sinistro. Può essere effettuata senza sedazione, in sedazione cosciente o, nei casi più complessi, in sedazione profonda. Durante la procedura, che dura in media 20-45 minuti, il medico introduce il colonscopio dall’ano e lo fa progredire nel colon, insufflando aria o anidride carbonica per distendere le pareti e visualizzare al meglio la mucosa.
Dopo l’esame, il paziente può avvertire gonfiore o lievi crampi, che scompaiono spontaneamente. In caso di sedazione è necessario farsi accompagnare e non guidare per alcune ore. Le complicanze sono rare: la più seria, la perforazione intestinale, è estremamente infrequente; possono verificarsi anche piccoli sanguinamenti, di solito controllabili endoscopicamente.
La colonscopia rappresenta il metodo più accurato per la diagnosi e la prevenzione del tumore del colon-retto e resta lo standard di riferimento anche rispetto a metodiche alternative come la colonscopia virtuale o la videocapsula, che non consentono interventi terapeutici.
In assenza di lesioni, lo screening è consigliato ogni 10 anni, mentre in presenza di polipi o fattori di rischio i controlli vengono programmati con maggiore frequenza. Si tratta di un esame sicuro, efficace e fondamentale per la tutela della salute intestinale e la diagnosi precoce di patologie potenzialmente gravi.